Il corpo vivente dello Stato

Il corpo vivente dello Stato
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Una metafora politica
“Lo Stato è un corpo”: dal Medioevo all’età moderna, lo sforzo di comprendere la complessità di entità astratte quali lo Stato e il potere si concretizza spesso in questa metafora conoscitiva. Quella del corpo vivente e dell’organismo è una metafora densa, che permette di costruire un paradigma della politica articolato secondo polarità suggestive: salute-malattia, anima-corpo, alto-basso, centro-periferia.
Tre snodi fondamentali della storia di questa metafora – il Medioevo e Marsilio da Padova, Machiavelli e Hobbes – mostrano come l’idea di una solidarietà tra corpi celesti, corpi umani e corpi politici continui sottilmente a operare da un’epoca a un’altra consentendo di spiegare le ragioni della comunità, per cedere poi il passo a una visione diversa, quella in cui lo Stato diviene una seconda natura, capace di creare autonomamente la propria materia, ovvero i cittadini: un “passaggio” di metafore che riesce a illuminare anche il passaggio all’epoca moderna.
INDICE
Introduzione
1. Corpi
2. Metafora e linguaggi politici
I. Lo Stato è un corpo. Paradigmi medievali e Marsilio da Padova
1. Imparare dalle metafore
2. «…come il re nel centro del suo regno»
3. «…la teologia mistica non è argomentativa»: il rasoio del Rex pacificus
4. Marsilio da Padova. Lo Stato «in embrione»
II. Il corpo umorale dello Stato. Machiavelli
1. Corpi misti
2. Gli umori della città
3. Corruzione e materia
4. Gli individui e la città
III. Il corpo divino dello Stato moderno. Hobbes
1. Il cuore dell’animale artificiale
2. L’anima e il sovrano del macroantropo
3. Lo Stato Creatore
- Individui e inclinazioni
Conclusioni
Una metafora dello Stato e dei cittadini