Conoscenza e contingenza nella tradizione aristotelica medievale

Conoscenza e contingenza nella tradizione aristotelica medievale
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Come è possibile avere scienza certa di ciò che è mutevole? Se il paradigma del sapere è un discorso rigoroso che verte su oggetti immutabili, il campo della scienza sembra restringersi solo a oggetti come gli enti matematico-geometrici.
Quando gli autori delle università medievali recuperarono i testi aristotelici, trovarono una feconda tensione: da una parte il modello forte di scienza dimostrativa, che Aristotele illustra negli Analitici secondi, dall´altra tutto il campo dei fenomeni fisici che non presentano una regolarità assoluta ma solo "perlopiù", come dice lo stesso Aristotele.
Attraverso indagini innovative e anche attraverso la presentazione di testi inediti, i contributi raccolti in questo volume ricostruiscono lo sviluppo del dibattito, sia sul versante più strettamente epistemologico, sia sul versante ontologico-metafisico (infatti gli autori medievali dovettero tener conto anche di un aspetto assente nello Stagirita: la conoscenza divina, la cui onnicomprensività e certezza sembrava vanificare ogni forma di contingenza e ricondurre tutto al ´necessario´).
Con contributi di:
Amos Bertolacci, Riccardo Chiaradonna, Daniela Ciammetti, Amos Corbini, Riccardo Fedriga, Alexander Fidora, Marco Forlivesi, Pietro Rossi, Andrea Tabarroni e Marta Vittorini