L´uomo che non credeva in Dio


L´uomo che non credeva in Dio

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Sense existències ara
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Con questo libro Eugenio Scalfari abbraccia l´avventura della sua esistenza: a partire dalla stagione magica dell´infanzia, passando per gli anni di formazione (la scoperta della filosofia al liceo di Sanremo, compagno di banco l´amico Italo Calvino), fino all´impegno giornalistico, che dura da oltre sessantacinque anni, per arrivare al tempo lungo della vecchiaia. Ma Scalfari non si accontenta di rammemorare, nel suo libro ogni ricordo vive e perdura in funzione di una continua tensione etica e intellettuale. Egli non entra nelle varie stanze della memoria, se prima non è certo di intravedere dalla soglia il bagliore di un fuoco razionale che possa ampliare il dato autobiografico, fino a farsi meditazione sulla vita, sui valori di ogni gesto compiuto. Ripensarsi bambino, vestito da Ballila ad ascoltare il duce da Palazzo Venezia, lo costringe a fare i conti con l´intossicazione del virus ideologico del fascismo. Poi si osserva adolescente entrare nella gabbia dell´Io, con indosso quella maschera che toglie l´innocenza; e nei due anni passati nella campagna calabrese, in fuga da Roma occupata dai tedeschi ("dopo otto mesi di pena, clandestinità e fame nera"), scopre la possibilità di un oblio di sé, imparando dal padre ad ascoltare "la voce degli alberi". Oppure si interroga su morale e politica, ricordando la figura di Enrico Berlinguer o quella volta che in un bar della Maremma Ugo La Malfa associò il fare della politica con l´arte di giocare di sponda a biliardo.