1968

1968
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Sense existències ara
Rep-lo a casa en una setmana per Missatger o Eco Enviament*
Con il temperamento narrativo del grande giornalista e l’oggettività di chi fu testimone diretto, il racconto lucido, appassionato e commosso della «primavera» di Praga.
«Mi misi alla ricerca dei sopravvissuti. Praga si presentava nella sua veste peggiore. La fuliggine di una città che ancora si scaldava a carbone copriva il paesaggio urbano di grigio e grigi erano i cappotti, le case, grigie le cravatte». La Praga dell’era sovietica portava due piaghe, successive nel tempo: il colpo di Stato del 1948, con la repressione dei democratici, antinazisti ma che non potevano convivere con lo stalinismo, il patriota Jan Masaryk in testa, vittima di un sospetto suicidio; e, vent’anni dopo, la «primavera» di Alexander Dubcek, soffocata dall’invasione straniera. Successive, ma, nell’esperienza delle generazioni, in realtà sovrapposte, visto che la memoria del 1948 fermentava vivissima nelle speranze del 1968. Volcic era a Praga, corrispondente della RAI, e in questa testimonianza storica evidenzia la sovrapposizione: i giorni della «primavera», visti dalla strada, e insieme il modo in cui, tra le persone, riemergevano i ricordi del 1948, grazie ai nuovi, brevi, spiragli di libertà.